Rob e Pierre
Stefano Franci
Una volta se una cosa non ti andava bene la rifiutavi, la evitavi, la combattevi. Ora capita che la tolleri solo perché costringeresti tanti a fare i conti con la coscienza e non vuoi fare il guastafeste. Oggi questa filantropia coatta ti fa sentire uno stronzo se solo ti azzardi ad avere un’opinione critica. E’ proprio vero che se si familiarizza con vizio prima lo si comprende e poi lo si abbraccia. Sarà presuntuoso ma non è così che voglio vivere. Io ho in camera un poster di Laocoonte, ci tengo alla verità e non venderò la mia gioventù per un piatto di lenticchie. Non è forse proprio questo in punto? Quando sei giovane, non ti basta ciò che hai, quando sei vecchio ti vanti di ciò che t’è mancato. E quello che ho non piace. Quello che noi tutti abbiamo non mi piace. Non mi resta in fondo granché e la capacità di giudizio è l’unica cosa che mi dà soddisfazione. Più mi guardo intorno e più mi convinco che l’inquietudine sia un mestiere, nel mio caso un dovere. Devo io rinunciare a disprezzare i miei simili se semplicemente li trovo disprezzabili? Fatto non fui a viver come un bruto (…?) Il mio Piero!”
“va bene Rob. Mi hai convinto. Facciamola pure questa cosa. Omero, Dante, la Bibbia e quell’altro che hai citato male. Non c’era bisogno con me di un tale spiegamento di forze. Lo sai bene. Ma sei davvero sicuro che tutto questo si chiama gioventù?”
I ribelli del ping pong
Soledad Bramanti
Hanno quasi tutti meno di 20 anni. Il più giovane, 14. Sono in 4°. Ribelli, si definiscono. Terroristi li chiama il governo peruviano. Che, da quando è sottomesso al potere assoluto del presidente Magafushi, ha instaurato un regime di tolleranza zero. Perciò, il giorno dell’irruzione dei 40 Liberdadores nell’ambasciata USA di Lima dove si sta svolgendo una festa con autorità mondiali di ogni ordine e grado, la parola d’ordine di Magafushi è: sterminateli.
I Liberdadores, però, resistono. Barricati nell’ambasciata, hanno 40 leader mondiali in ostaggio, dopo aver liberato lo staff e le famiglie degli ospiti d’onore.
Resistono per un mese, due. Tre. Mesi in cui, mentre il presidente peruviano è occupato a vendicarsi mandando a morte chiunque sia sospettato di simpatizzare con i ribelli o non si schiera apertamente contro di loro, Nell’ambasciata il tempo passa grazie soprattutto a un accanitissimo torneo di ping pong che vedrà vincitore il presidente della Cina (……………………………………..?)
A nessuno sarà permesso di rilasciare dichiarazioni su quei giorni, dopo il blitz che mette fine per sempre ai sogni dei liberdadores.
Il futuro non è più quello di una volta
Antonio
La storia della rivolta della rabbia, della ribellione e del cazzeggio narrata sui muri delle metropoli europee e americane.
Le pieghe della mano
Maria Poggi
Anni d’impegno politico, vissuti in un vortice di manifestazioni di protesta, canzoni attorno al fuoco, furiosi litigi fra compagni.
Ma dentro al pugno chiuso di Andrea profonde sono le pieghe della mano che parlano delle sue radici familiari, della sua ricerca, del suo tragico destino.
La mia vita non è chiusa in un pugno.
La mia vita è libertà.
Verusca
“Pensavo che, dopo tutto quello ho passato, la mia vita adesso è sotto controllo.
Pensavo di aver sofferto abbastanza, da ora in avanti non crollo.
Solo adesso ho capito che non era così ed ho rivoluzionato tutto.
Adesso sono più matura adesso non ho paura.
La mia vita è in continuo movimento, un continuo cambiamento.
La mia vita è sentimenti ed umiltà. La mia vita è completa perché adesso è in libertà.