Poesia dorsale in versione classica


Mettere dei libri uno sopra l’altro in modo che i titoli

si concatenino fino a formare dei versi.

Questa è la versione classica della Poesia dorsale.


Poesia dorsale in versione taoista


Per Parole in gioco, la Poesia dorsale ha cercato nuove espressioni. Ad esempio, una ripetizione ipnotica di titoli che forma una lista di uomini. Ognuno antagonista di se stesso, positivo e negativo. Ognuno contenente il contrario di sé, confidando nel pareggio che nasce dalla duplicità. Al posto della tradizionale fotografia dei dorsi, ci sono l’installazione dei libri stessi e una didascalia visiva realizzata con dettagli dei disegni di Beppe Giacobbe, che, oltre a essere uno dei più bravi illustratori italiani, è anche uno splendido amico. Le sue opere sono il valore aggiunto di questa poesia dorsale, che in forma di didascalia sembra più bella che mai.


Poesia dorsale in versione aRitmetica


... E cioè numeri e ritmo per giocare con le parole. Pochi imperativi cadenzano una serie di dorsi organizzati in sequenza (quasi) casuale. Tutti sono,

o contengono, dei numeri.

Il loro scopo è di provocare confusione, ansia, affanno. E, alla fine, una riflessione in più.

L’installazione dei 50 libri accanto a una didascalia visiva che riporta solo verbi e numeri - anomala rispetto alla tradizionale Poesia dorsale - nasce da un’esigenza di maggiore impatto in questo contesto confuso di dorsi.


Poesia dorsale in versione acrostico


Leggete di seguito le iniziali dei titoli di questa poesia dorsale. La P di “Poesie” .

La A di “Aneddoti e dintorni” . La R di “Racconti dispersi”...  E così via. Si ottiene “Parole in gioco”, un omaggio all’evento che ci ospita per la prima volta. Per rendere leggibile graficamente l’acrostico, la fotografia della poesia è stata trasformata in un disegno in bianco e nero. Uniche eccezioni, il rosso delle iniziali dei dorsi (il colore di Parole in gioco)

e il giallo della punteggiatura (il colore della Poesia dorsale).


10/11/12 Ottobre 2008

Urbino